Il blog è morto?

C'era una volta il blogger...
Pioniere della notizia, voce fuori dal coro, precursore di mode e tendenze, personaggio credibile e temibile; chiunque si scontrava con le sue opinioni, iniziava a tremare.
Cos'è rimasto, oggi, di tutto questo?
Com'è cambiato il mondo dell'informazione?
Che ruolo ha avuto, in questo cambiamento, l'avvento del Social Network?
Ti racconto la nuova frontiera dell'informazione newyorchese...


L'articolo "IL"

Qualche giorno fa dal parruchiere (che ringrazio per la scelta d'intrattenimento controtendenza) mi è capitato fra le mani un numero di IL, datato Marzo 2012. L'inserto del Sole24Ore è famoso per i suoi contenuti e per l'aspetto grafico accattivante, che gli è valso importanti riconoscimenti internazionali;
l'immagine domina e determina la struttura del testo: siamo nell'era del viewspaper; e la copertina ha attirato subito la mia attenzione.


"La notizia della mia morte è fortemente esagerata".
Così ha risposto Mark Twain a chi aveva diffuso la voce del suo decesso prematuro.
La cover story di "IL" sfrutta l'ironia del famoso romanziere americano per spostare la questione sulla carta stampata: è davvero defunta come si crede?
Dati statistici, bilanci in attivo, investimenti costanti ed esempi lungimiranti dimostrano il contrario; verrebbe proprio da dire: "carta canta".
Le 16 notizie sparse sulla paper-cover, confermano in pieno il modo di dire, anticipando l'argomento dell'interessante querelle.
Invito tutti a leggere il numero in questione.


La frase provocatoria

Senza nulla togliere al geniale Mark Twain, la frase che mi ha colpito di più (cerchiata in rosso sulla copertina) è quella pronunciata da un certo Ben Smith: "Blog, siete al capolinea".
Un'affermazione decisa e provocatoria, che suscita mille risposte e qualche domanda:
chi cavolo è Ben Smith?
Perchè dice certe cose?
E, soprattutto, su quali basi?


Il pioniere del giornalismo online

Chiariamo subito che Mr. Benjamin Smith non è un giornalista di vecchia generazione, cui interessa difendere strenuamente tradizioni obsolete.
Anzi; è nato nel 1977 e si potrebbe definire il "pioniere del giornalismo politico online".
Per capire l'ecletticità del personaggio, basta leggere qualche cenno biografico.
Dopo anni di gavetta nei giornali tradizionali, Smith è riuscito a rivoluzionare il mondo dei blog politici e attualmente dirige Buzzfeed, sito aggiornato in tempo reale con un nome che dice già tutto.


Gli aggettivi offensivi

Nell'intervista rilasciata per "IL", Ben definisce il blog "lento, vecchio e scricchiolante".
L'avvento del Social Network ha velocizzato la circolazione di scoop, cambiando per sempre il mondo dell'informazione. Mentre Twitter conquista la pole position nella pubblicazione di notizie in tempo reale, il blog perde la sua funzione antesignana e giunge al capolinea del suo breve viaggio; chi scrive si adegua impotente al cambiamento, limitandosi a condividere o riportare le news raccolte nelle "fonti sociali".
In questa corsa ad ostacoli, in cui distinguersi è sempre più difficile, Smith si mette alla guida della prossima grande rivoluzione dell'informazione.


Il punto di vista antesignano

Che cos'è BuzzFeed?
Una piattaforma tecnologica, che si propone di selezionare contenuti virali in tempo reale
L'homepage del sito è un collage di post, pubblicati da utenti e membri dello staff; gli argomenti trattati sono vari, come la massa che li condivide (video, immagini e link sul mondo animale, lo stile di vita, la salute, la bellezza, la politica, l'arte, la letteratura ecc.).
Nella sua "area riservata", l'utente iscritto può vedere gli ultimi post apparsi sul sito; più il loro numero è alto, più aumenta la probabilità di farsi notare e di vincere il premio "Stelle d'oro".
L'idea alla base di BuzzFeed è semplice: scrivere notizie che la gente vuole condividere; concetto sottinteso per un blogger esperto, un po' meno per un giornalista della carta stampata.
La sfida del sito (via di mezzo tra una testata d'informazione online ed un social network) è quella di riuscire a catturare "news virali" di grande risonanza; impresa non facile, considerata la velocità con cui tali news circolano sul web. Per questo piattaforme come Twitter, Facebook e YouTube diventano fonti preziose, ma anche importanti mezzi di diffusione.
Smith parte dalla consapevolezza che sta sorgendo una nuova era, in cui gli utenti vedono il mondo attraverso gli occhi degli amici ed interpretano i fatti attraverso i feed di Facebook.
Se l'informazione sfrutta mezzi non convenzionali e diventa sociale, il compito del giornalista/web writer è scoprire cosa la gente vuole condividere e perchè.
Ben è convinto che lo sforzo varrà la candela e che in un prossimo futuro "tutta l'informazione sarà personalizzata e tagliata su misura del cliente".
Proprio come un paio di jeans, insomma; e BuzzFeed vuole essere colui che li produce.


La nuova era dello scoop

Se Twitter è l'universo, BuzzFeed è una delle sue galassie: l'uno si nutre dell'altro e viceversa; perchè l'informazione sociale, per essere tale, è anche integrazione di mezzi.
In questo immenso spazio virtuale tutto è lecito e tutti partono alla pari.
La qualità della notizia, non più il nome della testata, convince l'utente a leggere o meno qualcosa; in questo senso, anche il buon vecchio scoop riacquista la sua importanza.
Non solo.
Proprio la capacità di creare scoop o d'indirizzare i lettori a scoprirne di nuovi, fa del web writer una fonte fidata dell'informazione online.
Questo è il caso del giornalista pioniere Ben Smith.
"Benjamin porta scoop e gli scoop sono merce condivisibile", dice Jon Steinberg ex Dirigente Google ed attuale presidente di BuzzFeed. "Noi ci limitiamo a scrivere notizie che la gente vuole condividere; il contrario di quello che ci avevano insegnato i notri predecessori".
Il web è un'immensa macchina, che si nutre di materiale infiammabile: segreti svelati, intuizioni originali ed osservazioni brillanti devono essere all'ordine del giorno.
"Curiosità uccise il gatto" cita il proverbio; e il giornalista pioniere lo legge come un comandamento.


Il mio parere

Il punto di vista di Benjamin Smith è molto interessante.
Se il mondo del web fosse una gara e la diffusione di notizie il traguardo da raggiungere, il blog si classificherebbe ormai tra le ultime posizioni.
Oggi è il social network la primaria fonte d'informazione; tutti vi attingono, non ultime le homepages (spesso obsolete) di famosi colossi dell'informazione tradizionale.
Le news circolano in tempo reale e stare al passo con il tempo o, addirittura, anticiparlo è roba da eroi; perchè niente è più new, nel momento stesso in cui lo leggi.
Qualcuno ti ha preceduto nella pubblicazione di uno scoop "succulento"?
Non resta che valutarlo, commentarlo, condividerlo e ri-formurarlo nel tuo "angolino virtuale".
Va da sè che la velocità è molto importante; ma non basta.
La libertà di parola e quella di scelta danno a tutti la possibilità d'esprimere interessi, gusti e preferenze; per questo il web-scoop non ha tempo, nè spazio: un articolo che parla di  scoperte datate cent'anni può fare più notizia dell'ennesima riflessione sulle novità introdotte da Google; soprattutto se nessuno ne ha mai parlato prima.
Non solo.
La maggiore accessibilità delle fonti stimola la voglia di notizie chiare e qualitativamente valide; importante appello di condivisione, cui i mezzi tradizionali non sono sempre in grado di rispondere.
E il blog, invece?
Un tempo raccoglieva la sfida, lanciandosi alla conquista di nuovi traguardi; oggi, invece, sembra un bus parcheggiato al capolinea: persa la sua voce originale e indipendente, è spesso ridotto a sussuro amplificato di notizie già circolanti.
E il blogger che fa?
Soffre di ansia da pole position e, schiacciato dall'immediatezza delle social-news, segue il frenetico flusso d'informazioni senza riuscire ad aggiungere nulla di nuovo.
BuzzFeed, voce rivoluzionaria di un nuovo modo di fare informazione, rovescia la prospettiva: Twitter e Facebook sono mezzi con cui filtrare notizie da condividere, ma anche validi alleati per creare notizie interessanti proprio perchè condivisibili (e non viceversa). 
L'impresa non è semplice: fare uno scoop, indipendentemente dal suo argomento, richiede fonti diverse da quelle comuni o la capacità di sfruttare fonti comuni per dire cose diverse.
A questo punto il dubbio sorge spontaneo: il blog sta perdendo voce perchè non è più al passo con i tempi oppure chi lo scrive segue troppo i tempi, limitamdosi ad informare senza più creare?

Lo spunto di Jeff Bullas (scritto qualche mese dopo questo articolo).


Il tuo parere

L'argomento è talmente spinoso, che nella corsa si rischia di bucare una ruota...
Tu cosa ne pensi?
Condividi la condanna/epitaffio di Ben Smith sul blog?
Oppure credi, citando Mark Twain, che "La notizia della sua morte sia fortemente esagerata?"

Taglia il traguardo, lasciando il primo commento!
;-)


Fonti e immagine:
"IL", inserto del Sole24ore - Marzo 2012 - pp.65-68
Articolo in lingua originale di Jason Horowitz - Traduzione di Fabio Galimberti
Wikipedia - Enciclopedia online "BuzzFeed".

2 commenti:

  1. Il blog è nato come diario personale e si è poi diversificato e ampliato. Viene ora usato come sfogo o per lavoro e passione, come faccio io.

    Il blog non è morto :)

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  2. Complimenti Daniele, ti sei classificato primo... la Pole è tua!
    A parte gli scherzi, condivido quello che dici; non potrebbe essere altrimenti, dato che anch'io ho un blog e, quindi, credo nel suo potenziale.
    Il blog ha sicuramente cambiato la sua funzione e si è adattato ai tempi.
    Il punto di vista di Ben Smith, però, pur essendo giornalistico e quindi espresso nel senso di "diffusione della notizia" non è da sottovalutare.
    Molti blog sono ormai utilizzati per prendere le notizie dai social, rivisitarle, riformularle e diffonderle. Questo perchè non sono mezzi veloci come le fonti da cui attingono o come strumenti tipo BuzzFeed.
    Per questo cerco di scrivere articoli "fuori dal coro"... come te d'altronde; non per guadagnarci (mi farei un sito) nè per copiare, ma per comunicare le mie passioni.
    Purtroppo non credo che tale atteggiamento premi più come una volta, in termini di numeri e di audience; ma sono convinta che non sempre i programmi con milioni di ascolti sono i migliori!

    Grazie mille per l'intervento.

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